Il premio Oscar John Canemaker a Firenze per raccontarci del coloratissimo mondo disneyano di Mary Blair, del fumettista Winsor McCay e della sua Calabria

John Canemaker ha un curriculum di tutto rispetto nel campo dell’animazione: è un filmmaker, un professore, uno scrittore, uno storico, un curatore di mostre e rullo di tamburi…è anche vincitore di un premio Oscar e di un Emmy.
Nel 2016  ha curato la mostra “Wish upon a star: The Art of Pinocchio”, organizzata dal Walt Disney Family Museum, in California ed è autore di tantissimi libri, tra i quali: “Treasures of Disney Animation Art” e “Walt Disney’s Nine Old Men and the Art of Animation”.
Inoltre spesso e volentieri lo troviamo nei documentari a commentare il making of di film, tra i quali Biancaneve, Peter Pan, DumboLa Bella e La Bestia.

John Canemaker Nemoland Firenze

E’ stato recentemente ospite al Nemoland, l’evento che ogni anno viene organizzato dall’Accademia Nemo di Firenze ed è dedicato all’incontro con i più importanti artisti del mondo dell’animazione. Oltre a lui, c’era anche Mark Henn, il leggendario animatore della Disney (QUI per leggere cosa ci ha raccontato Mark durante il suo workshop) ed entrambi sono stati onorati per la loro florida carriera con il premio “Nemoland Legend 2018”.

Noi di Curiosità Disney abbiamo avuto l’onore di partecipare ai workshop di John Canemaker dove ci ha parlato della meravigliosa illustratrice Disney Mary Blair, del suo film vincitore di Oscar e di un Emmy Award The Moon and the Son: An Imagined Conversation e della vita e opere del fumettista e animatore Winsor McCay.

MARY BLAIR

John è l’autore del libro “The Art And Flair Of Mary Blair” e durante la sua lezione ci ha portato nel coloratissimo mondo di Mary Blair, l’illustratrice donna che dagli anni 40 fino alla metà degli anni 50 ha dominato lo studio Disney con i suoi disegni dai colori brillanti.

Il suo accattivante design lo ritroviamo in numerosi classici, tra cui Saludos Amigos (1942), I Tre Caballeros (1944), Peter Pan (1953), Alice nel Paese delle Meraviglie (1951) e Cenerentola (1950), e soprattutto nei parchi Disney, in particolare nella bellissima attrazione “It’s a Small World”, la giostra acquatica in cui si sale a bordo di un’imbarcazione e, accompagnati dal celebre motivetto musicale, si fa il giro del mondo, passando per tutti e cinque i continenti.

Lo stesso Walt Disney era completamente affascinato dal suo lavoro e la coinvolse ampiamente nelle sue produzioni, anche se da una parte era abbastanza strano perchè lo stile di Mary Blair era l’opposto di quello che si era visto fino ad allora in Disney: il design era stilizzato, i colori piatti e come ci ha detto John Canemaker ” i suoi disegni erano infantili ma allo stesso tempo sofisticati“.
Oltre a ciò, in uno studio dominato da figure maschili e in un periodo pre-femminista, molti artisti si impuntarono contro di lei perchè non accettavano il fatto che tanto potere fosse stato dato ad una donna. Nonostante tutto ciò, Mary riuscì comunque a catturare l’attenzione di Walt Disney.


Mary Blair nacque nel 1911 nello stato americano Oklahoma e il suo vero nome è Mary Browne Robinson. Vinse una borsa di studio alla Chouinard Art Institute di Los Angeles e il suo primo lavoro nel campo dell’animazione lo ottenne alla Metro-Goldwyn-Mayer. Sposò nel 1934 Lee Blair, anche lui animatore e scrittore alla Disney e conseguentemente divenne la cognata di Preston Blair, anche lui un incredibile artista che lavorò alla Disney, nei cartoni di Tex Avery per la MGM, nei Flintstones di Hanna e Barbera ed è soprattutto famoso per il suo libro Cartoon Animation del 1994.

Nel 1940 Mary entrò in Disney e iniziò a lavorare prima su Dumbo , poi su una prima versione di Lilli e Il Vagabondo e successivamente in Baby Ballet, una sequenza inizialmente ideata per Fantasia , ma che per diversi motivi successivamente non fu mai completata e inserita nel film.

All’inizio degli anni 40,  prima dell’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale, il presidente Franklin Delano Roosevelt instituì la “Politica del Buon Vicinato” con gli stati dell’America Latina. Si trattava di una linea diplomatica politica e fu ideata con l’intento di consolidare i rapporti di “amicizia” tra le due Americhe, quella del Nord e quella de Sud, cercando di fermare l’ideologia nazista che stava pian piano prendendo piede in questi paesi.
A completamento di questo accordo diplomatico e dal momento che i personaggi Topolino e Paperino erano molti amati in questi paesi, Walt Disney fu scelto dal governo americano per intraprendere delle iniziative culturali.

Così venne formato “El Grupo”, un gruppo di talentuosi artisti della Disney capitanati dallo stesso Walt. Tra essi vi era Mary Blair e tutti insieme intrapresero un viaggio di tre mesi in Messico, Guatemala, Brasile, Argentina, Bolivia, Perù e Ecuador alla ricerca di nuovo materiale da utilizzare per un eventuale nuovo film a tema.
Durante questa spedizione, Mary Blair abbracciò apertamente i posti e le persone di questi luoghi, raccogliendone  i ritmi calorosi e latini nei suoi disegni. Da questa avventura ne uscirono i due lungometraggi Disney Saludos Amigos (1942) e I Tre Caballeros (1944).

 

 

Dopo l’esperienza in Sud America, Mary continuò a lavorare per la Disney, e i suoi disegni dai colori sgargianti e dalla forma semplice, furono d’ispirazione per i classici usciti nel dopoguerra, ovvero  I racconti dello zio Tom (1946),  Lo scrigno delle sette perle (1948), Tanto caro al mio cuore (1948), Le avventure di Ichabod e Mr. Toad (1949), Cenerentola (1950), Alice nel paese delle meraviglie (1951) e Peter Pan (1953).
Di seguito vi proponiamo alcuni suoi bellissimi disegni:

Cenerentola

Alice nel Paese delle Meraviglie


Peter Pan

Dopo aver lasciato la Disney nel 1963, Mary Blair continuò a lavorare per libri per bambini, pubblicità, riviste di abbigliamento, vetrine e set teatrali.
Come piace ricordarla John Canemaker, “la diva del design portò l’arte a una nuova vetta“.

LE SUE ORIGINI CALABRESI E I PREMI VINTI CON “THE MOON AND THE SON: AN IMAGINED CONVERSATION”


Durante la sua lezione John Canemaker ha emozionato gli studenti con la proiezione del suo film vincitore di un Oscar nel 2006  The Moon and the Son: An Imagined Conversation.

Si tratta di un mediometraggio di animazione autobiografico dove John sostiene una conversazione immaginaria con il proprio padre deceduto nel 1995 a causa di un ictus.  Attraverso memorie, fatti, congetture, atti processuali, registrazioni audio, foto e video amatoriali si ripercorre la storia di una turbolenta famiglia di immigrati italiani.
In particolare viene raccontato il travagliato rapporto che John aveva con il suo padre perennemente arrabbiato Giovanni John Cannizzaro Senior, un immigrato calabrese arrivato in America 18enne. Fu coinvolto in loschi affari dalla mafia vendendo liquori di contrabbando e fu incarcerato un paio di volte (una volta a causa dell’incendio doloso del suo hotel appiccato dai suoi amici mafiosi per intascare l’assicurazione).

Nel commovente film, il figlio cerca di comprendere sia la perpetua collera esplosiva del padre e sia la sua incapacità di instaurare un buon rapporto col figlio (anche se lo aiutò a realizzare il suo primo lavoro di animazione). Inoltre confessa al padre la sua immensa vergogna che provava quando era bambino per il fatto di avere un genitore detenuto.

Durante il workshop, John ci ha raccontato che gli storyboard di questo film li disegnò durante il suo soggiorno in Italia, a Bellaggio, sul Lago di Como.
Inoltre ci ha detto che legalmente non ha mai cambiato il suo cognome (infatti all’anagrafe risulta come “John Cannizzaro”)  ma ha dovuto cambiarlo perchè, quando negli anni 60 era a New York in cerca di sfondare come attore per pubblicità, molte persone del settore gli consigliarono di trovarsi uno pseudonimo perchè il cognome “Cannizzaro” era troppo “etnico” e “esotico”. Perciò John si documentò sulle origine del suo cognome e scoprì che il cannizzaro è il “fabbricante di “cannizzi”, ovvero graticci intrecciati con canne. Lo tradusse in inglese “cane maker” e così naque “Canemaker”.

Noi di Curiosità Disney abbiamo avuto il grandissimo piacere di conoscerlo meglio durante la nostra intervista che pubblicheremo a breve.
Di seguito vi postiamo il film The Moon and the Son: An Imagined Conversation:

LA VITA E LE OPERE DI WINSOR McCAY

L’ultimo argomento dei workshop tenuti da John Canemaker riguardava il fumettista, animatore e illustratore Winsor Mccay e su di lui ha anche scritto il libro “Winsor McCay – His Life and Art”.

Winsor Zenic McCay nacque a Spring Lake nel Michigan, il 26 settembre del 1869. Nel 1905 viene pubblicata per la prima volta sul quotidiano The New York Herald ciò che diverrà la sua striscia a fumetti più famosa, ovvero Little Nemo in Slumberland (in italiano Little Nemo nel Paese del Dormiveglia).
Il fumetto racconta la storia d un bambino di circa sei anni che, durante la notte e nei suoi sogni, vive fantastiche avventure che però puntualmente finiscono con l’ultima vignetta perchè il bambino si sveglia: o a causa dei genitori che lo chiamano, o perchè cade dal letto, o per la luce del sole oppure a causa di Flip (un personaggio dei suoi sogni che appare con la scritta sul suo cappello “Wake up” (in italiano “Svegliati”). La striscia ebbe talmente tanto successo che fu pubblicata per ben 11 anni.

Successivamente la creatività e la fantasia di McCay lo portarono a creare ciò che è considerato una pietra miliare per la storia del cinema: nel 1914 crea il cortometraggio d’animazione Gertie, il Dinosauro.
Pur non essendo una delle prime sperimentazioni nel mondo dell’animazione, Gertie ha ispirato la storia e soprattutto l’evoluzione del cartone animato sia perchè era la prima volta che vi era una forte caratterizzazione del personaggio principale, il brontosauro Gertie, e sia perchè era anche la prima volta che veniva utilizzata la tecnica dei keyframe (in italiano “fotogramma chiave”).

In conclusione, le lezioni tenute da John hanno incantato gli studenti dell’Accademia Nemo e siamo molto contenti che la Nemo port qui in Italia questi illustri ospiti!

Per informazioni sull’ Accademia Nemo: www.accademianemo.it

Foto: Bedarumica

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