Conferenza stampa di Planes 2: intervista al regista Roberts Gannaway e al produttore Ferrell Barron!

Uscirà nei cinema italiani il prossimo 28 agosto l’ultimo film dei DisneyToon Studios, Planes 2 – Missione Antincendio, lo spin-off di Cars che ha aperto la 44esima edizione del Giffoni Film Festival la scorsa settimana.
Prima di sbarcare al festival però, il film è stato presentato nella splendida cornice del St. Regis Hotel a Roma dal regista Bobs Gannaway, il produttore Farrell Barron e le voci italiane del film, Marco Marzocca (Vento di Tuono) e il duo comico Savi&Montieri, speakers di Radio Italia (Nick Loopin’ Lopez e Muletto Fan). Hanno tutti quanto risposto con cordialità e grande simpatia alle domande di noi giornalisti.
Anche noi di Curiosità Disney eravamo presenti ed  ecco cosa ci hanno raccontato!
La conferenza è incominciata parlando di uno dei temi portanti di Planes 2, ovvero la vecchiaia. Il regista Bobs ha subito sciolto il ghiaccio facendo una battuta, dicendo “ho fatto questo film perchè spero di diventare vecchio!” e proseguendo ha spiegato:
Nel film abbiamo vari personaggi anziani e tra questi vi è Mayday, un vecchio camion antincendio che rappresenta per Dusty la casa, il cuore. Mayday è un personaggio che invecchia all’improvviso per qualcosa di cui è responsabile Dusty. All’inizio lo vediamo allegro, pieno di vita, ma poi Dusty fa qualcosa che mette in mostra la sua vecchiaia. Nel fare questo personaggio ho pensato molto a mio nonno. Sapete, lui era un tipo molto vigoroso e giovanile, solo che poi si è ammalato e nel corso di una settimana è invecchiato di venti anni, diventando irriconoscibile e la cosa mi ha molto impressionato. Per questo ho deciso di raccontare in questo modo la storia.
La seconda domanda invece riguardava la durata del film. Ultimamente sembra che la moda a Hollywood sia quella di fare lunghi film, invece Planes mantiene una durata standard. Dunque gli è stato chiesto se questa scelta dipendeva dal target e se si erano impegnati per far sì che la durata non sforasse eccessivamente. A rispondere è stato Ferrell Barron:
Non abbiamo costruito questo film in termini di “durata” e in relazione a chi è diretto. Abbiamo usato il tempo necessario per raccontare la storia. A noi piace essere molto diretti, ci piace andare dritto al punto, quindi abbiamo raccontato la storia con le scene che riteniamo essenziali per raccontarla. Nel fare il film ci siamo resi conto che alcune scene non erano indispensabili alla narrazione ed ecco che le abbiamo eliminate. In altre parole il film è lungo tanto quanto è necessario alla storia per esprimere se stessa.
Nel film è presente un chiaro omaggio alla serie tv anni ’80 Chips, che in Planes 2 diventa Chops. Per questo è stato chiesto al regista Gannaway come mai questo riferimento è presente nel film.
Naturalmente l’omaggio salta subito all’occhio, perchè abbiamo cambiato solo una lettera. “Chips” diventa “Chops”. Avevamo pensato a questo omaggio sin dall’inizio, anche perchè noi tutti siamo fan di “Chips”. Inizialmente quando ho presentato la storia a John Lassater, spiegando il personaggio di questo aereo che era un attore in questa data serie televisiva, lui ha storto la bocca, perchè trovava la storia molto autoreferenziale. Ma quando poi gli ho spiegato la storia del personaggio – ossia di lui che prima era un attore, ma poi vedendo il suo compagno morire perchè lui non è riuscito a salvarlo, ha deciso di cambiare rotta e fare un altro lavoro, cioè quello del pompiere in modo da poter salvare per davvero vite umane – John ha capito che questo omaggio era qualcosa di più: era un antefatto, qualcosa che serviva per caratterizzare il personaggio.
Un altro tema importante è quello della “malattia” e delle “seconda possibilità”. Dusty purtroppo è obbligato a dire addio alla vita delle gare da corsa, ovvero tutto ciò che aveva sognato nel primo film e vede così frantumarsi il suo futuro per via di un pezzo della sua attrezzatura danneggiata e quasi impossibile da riparare. E’ stato chiesto come hanno cercato di affrontare un tema così delicato in una pellicola destinata ai giovani spettatori. A rispondere è stato il regista:
L’idea è venuta dalla ricerca. Siamo partiti da Dusty che è originariamente un aereo agricolo, che però ha modificato il proprio motore per poterlo usare nelle competizioni. Perciò abbiamo parlato con un meccanico per sapere che cosa poteva accadere nella realtà ad un aereo quando gli viene modificato il motore e viene tirato all’estremo. Da queste conversazioni è nata l’idea del guasto alla trasmissione.  Eravamo interessati a mettere in scena la storia dell’eroe o dell’atleta che ha subito un incidente e non più partecipare alle gare. L’idea ci è sembrata buona per portare alto il livello della narrazione e per far immedesimare gli spettatori. Una volta che ti rendi conto che il tuo sogno non si può realizzare, sei pronto a mollare? Sei pronto ad andare avanti e prendere un’altra strada? Può sembrare un messaggio molto adulto, ma in realtà si può applicare a tutti. Anche i bambini possono imparare che ci può essere qualcosa a cui bisogna rinunciare e questo può essere l’inizio di una strada nuova. Secondo noi è importante raccontare storie che siano un modo per i più piccoli di imparare e per gli adulti di ricordare. Per esempio, magari un bambino ha fatto di tutto per entrare in una squadra di calcio, ma non supera le selezioni e si ritrova a pensare che la sua vita sia finita, ma non è così, si può sempre avere un’altra passione.
Dopo questo, Gannaway ha parlato del suo rapporto con la Disney. Ha scritto alcune storie per alcune serie televisive tratte dai personaggi dei grandi classici come “La Carica dei 101 “, “Timon & Pumbaa”, “Lilo & Stitch” ecc…La domanda che gli è stata chiesta è che rapporto ha con questi personaggi dei grandi classici e se si è sentito una grande responsabilità nel portarli avanti con le serie tv.
Sono sempre stato un  fan della Disney e ho avuto sempre un gran rispetto dell’eredità che la Disney mi ha lasciato. Mi sono molto divertito a prendere i personaggi classici e inventare su di loro nuove storie. Ho avuto la fortuna di lavorare negli studi quando era ancora vivo Roy Disney, il nipote di Walt. Ora però c’è questo nuovo mondo che John Lasseter ha creato. Lui è una persona creativa e che cerca sempre di sostenerti e aiutarti. E’ un artista dentro di se, un artista che vuole che i suoi registi lascino la loro impronta nei suoi film. E’ come se ci consegnasse, di volta in volta, le chiavi del castello e noi poi lasciamo il nostro segno realizzando delle cose fantastiche.
Alla domanda successiva, invece, è stato chiesto al produttore Ferrell Barron, se preferisce doppiare o produrre un film.
Amo fare entrambe le cose, ma onestamente il mio primo amore è la recitazione. Stare davanti alla telecamera e lavorare con i registi è qualcosa che mi piace moltissimo. Però ho sempre avuto interesse per come viene realizzato un film. E sono stato molto fortunato ad entrare in questo mondo dell’animazione e conoscere tutte le fasi di produzione. Quando fai l’attore ti occupi solo di quello e poi il tuo lavoro finisce. Invece io ero interessato a come si realizzasse una pellicola. Fare il produttore comunque mi da anche tante soddisfazioni perchè sono coinvolto sempre e comunque, in ogni fase. Vedere uscire il tuo film, girare per il mondo per presentarlo è anche molto soddisfacente da un punto di vista di investimento emotivo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *