Alcune curiosità sui doppiaggi italiani dei film Disney (Di Nunziante Valoroso) – Parte 1

Oggi vi posto un’interessantissimo articolo scritto dal mio amico Nunziante Valoroso, uno dei massimi esperti del mondo disneyano in Italia. L’articolo, comparso sul sito Disneyrama.com , parla di alcune chicce della trasposizione italiana dei lungometraggi Disney.

Gli adattamenti italiani dei cartoni animati di Walt Disney si sono sempre distinti in tutto il mondo per la qualità del lavoro svolto dagli addetti al doppiaggio, che sono sempre stati gli stessi che si sono occupati dei più importanti film hollywoodiani e non. Il primo lungometraggio Disney completamente doppiato in Italia è BIANCANEVE E I SETTE NANI , uscito da noi nel dicembre del 1938.
Questo adattamento, che utilizzava un linguaggio arcaico e forbito, con l’uso di parecchie battute di dialogo recitate in rima e l’esecuzione delle canzoni come se fossero delle romanze dell’opera lirica, è rimasto leggendario. Una curiosità dell’adattamento riguarda lo “slave of the magic mirror” (Schiavo dello specchio magico)  che è diventato MAGO dello Specchio Magico.
Forse, data la situazione politica dell’Italia fascista era meglio non pronunciare la parola schiavo…
I nomi dei sette nani in italiano sono poi diventati proverbiali, anche più delle altre traduzioni. Dotto, Brontolo, Gongolo, Pisolo, Eolo, Mammolo e Cucciolo: in particolare molto raffinati i significati degli italiani Eolo per “Sneezy” (richiamo al dio dei venti Eolo della mitologia ), Mammolo per “Bashful” (la viola mammola, fiore “timido” per eccellenza) e Cucciolo al posto di “Dopey” che certamente richiama meglio dell’originale il carattere ingenuo ed istintivo tipico da bambino coccolone, del nano.

PINOCCHIO ,uscito in Italia nel Natale del 1947, utilizza nel dialogo italiano molti dei nomi originali dei personaggi del libro di Collodi, che nella versione disneyana erano stati cambiati; ad esempio il Grillo, che nel film è chiamato Jiminy, torna ad essere, per gli italiani semplicemente il Grillo Parlante e il burattinaio Stromboli riprende il suo nome di Mangiafuoco.

Con DUMBO, uscito in Italia nel 1948, inizia la collaborazione tra la Disney e il dialoghista Roberto de Leonardis, che da allora scriverà i dialoghi di tutti i film Disney distribuiti in Italia, fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 1983.
E’ di De Leonardis l’idea di affidare il doppiaggio delle canzoni di “Dumbo” al famoso “Quartetto Cetra” che con il suo stile jazzistico ben si presta a cantare nel nostro idioma brani come “Casey Jr” e “Pink Elephants on Parade”.

La versione italiana di CENERENTOLA (1950)  è L’UNICA in cui nella narrazione inziale si specifica che “Cenerentola” (Cinderella) è un NOMIGNOLO DELLA PROTAGONISTA. In tutte le altre traduzioni e nella versione originale, molto frettolosamente, Cinderella è semplicemente il nome proprio della protagonista.
Sempre in Cenerentola, molto spassosa l’italianizzazione di alcuni nomi: il cane Bruno è diventato, molto più in linea con il gusto italiano, Tobia; La sorellastra Drizella è diventata Genoveffa (in Italia Genoveffa è un nome tipico da “racchie”).
Il nome del Duca è molto più spassoso in italiano: Granduca Monocolao, con riferimento al monocolo che indossa il personaggio. Molto più azzeccato inoltre il nome completo del topo Gus (in italiano Gas) : Gastone -da cui è facile ricavare il diminuitivo Gas.
Nella versione originale è Octavius, da cui Gus si ricava con molto più sforzo di fantasia!!! Proverbiale poi il nome italiano della Fata (Fairy Godmother semplicemente, in inglese): Fata Smemorina, in omaggio al fatto che il personaggio è notevolmente distratto e smemorato. )

In ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE (1951)  è esemplare il modo in cui sono tradotti i nomi dei personaggi, che richiamano subito, molto più dell’originale, il loro carattere o la caratteristica principale. Ecco allora White Rabbit, il coniglio bianco, diventare BIANCONIGLIO; il Cheshire Cat diventare STREGATTO, in omaggio al fatto che sparisce come se fosse stregato : “sono uno STREGATTO ASTRATTO” si presenta. La Lepre Marzolina (March Hare) è diventata LEPROTTO BISESTILE
(il riferimento al calendario nel cognome è molto più sottile e spiritoso in italiano) ; il Bruco diventa BRUCALIFFO, in omaggio al fatto che fuma il narghilè come se fosse un califfo.
Nella scena del Brucaliffo, poi Alice tenta di ripetere a memoria la famosa poesiola inglese per bambini “The little busy bee” . Nella versione italiana, dato che la poesia da noi era sconosciuta, Roberto de Leonardis scelse di farle recitare LA VISPA TERESA che subito il Brucaliffo storpia nella sua versione personale: “Il coccodrilletto”. Il topo che dorme nella teiera del Cappellaio Matto è poi chiamato in italiano TOPERCHIO, dato che, rintanandosi nella teiera e usandone il coperchio come cappello, ne diventa lui stesso il coperchio!

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